Introduzione a Pillole PoP in Poesia, ovvero PPP

A volte ritornano, come si dice, ed eccomi qui ad aprire un altro cassetto di Pillole. Stavolta miro alto e le scrivo di Poesia. Funziona così, pubblicheremo una poesia per volta, introducendola con un cappello introduttivo e facendola seguire da un piccolo commento; insomma tre buoni motivi per non leggermi più. In realtà quello che vogliamo fare è un esperimento da far tremare le vene, ossia proporre versi commestibili e non la solita noia da sfigati che fa dire odddio, una poesia? Per carità! Qui proclamo che si può scrivere in versi senza che ci sia bisogno dell’Enciclopedia britannica per capirci qualcosa, senza che ci siano le solite masturbazioni cerebrali (leggi pippe mentali) con cui il (supposto) poeta si bea dicendosi: però, cazzo (pardon, membro), quanto sono bravo, e sotto sotto invece si chieda lui stesso cosa voleva dire.
I temi saranno svariati, dall’ecologia, a profondissime meditazioni sulla vita e su cosa ci stiamo a fare qui, o là, sulla natura, sull’amore, insomma le solite cose, ma, si spera, in una forma moderna e adatta ai tempi. Niente roba lunga, si sale in moto, si corre, si arriva presto dove si voleva. Stop.